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MA QUANTI CARBOIDRATI?

 

Il problema dei carboidrati è la difficoltà a trovare “la giusta dose”: né troppi, né troppo pochi.

L’eccesso di carboidrati è legato ad un’iperstimolazione insulinica che, a sua volta, peggiora l’infiammazione (spesso per parecchio tempo silente!).

Tuttavia, tagliare eccessivamente i carboidrati può diventare un problema: espone al rischio di rallentamento tiroideo ed esaurimento surrenalico, distretti endocrini spesso sollecitati dallo stile di vita stressante. 

Non esiste “una giusta dose universale” nel quantitativo quotidiano di carboidrati: varia da soggetto a soggetto, dal tipo di lavoro o movimento che fa la persona e dal tipo di ritmo quotidiano, oltre che dal tipo di risposta metabolica.. Le variabili in gioco sono:

Peso corporeo – Se hai peso da perdere, è meglio che ti tieni  più basso nelle dosi ed è preferibile optare per carboidrati a basso indice glicemico come la quinoa, il miglio, il grano saraceno piuttosto che le farine , il riso brillato e la pasta di grano normale (ricordo che l’eccesso di tessuto adiposo è un fattore fortemente proinfiammatorio).

Stress psicofisico – Se sei sottoposto a uno stress cronico, è importante che il tuo piano alimentare preveda una discreta quota di carboidrati amidacei, in particolare la sera, pena -alla lunga- l’incapacità delle ghiandole surrenali di far fronte allo stress stesso. Le cause più comuni che possono creare stress cronico sono: motivi lavorativi, esami universitari, dissidi in famiglia, shock emotivo, preoccupazioni compreso quello di non saper gestire il cambio di dieta, ambiente “tossico” (esterno tipo inquinamento, ma anche emotivo e mentale…pensieri tossici). 

Funzionalità tiroidea – In caso di ipofunzionalità tiroidea per aumentato TSH e/o ridotto fT3, la riduzione eccessiva dei carboidrati implica un aggravio per la funzionalità d’organo: è bene non restringerli eccessivamente. Se, tuttavia, siete anche in sovrappeso, che fare? Giocate con la ciclizzazione dei carboidrati: tenete il quantitativo più basso in alcuni giorni, più alto in altri.

Produzione di ormoni sessuali (in particolare per le donne) – L’eccesso di estrogeni determina un peggioramento della tolleranza glucidica tale per cui sarebbe utile limitare i carboidrati; viceversa, condizioni di ipofertilità, amenorrea, ciclo anovulatorio possono migliorare o venir risolte anche con l’introduzione di una discreta quota di carboidrati nella prima parte della giornata tra colazione e pranzo.

Livello di attività fisica praticato – Se sei sportivi (o comunque se pratichi regolarmente movimento) non potete prescindere dalle ricariche di carboidrati per ristabilire le riserve di glicogeno dopo l’ allenamento. Maggiore è lo sport praticato e maggiore è la sua intensità, maggiore sarà la quota di carboidrati che vi spettano: in questo caso, e solo in questo caso, potete usare anche zuccheri semplici per esempio della frutta di stagione, purché inseriti entro 1-2 ore dal termine di allenamento per sfruttare la cosiddetta “finestra anabolica”

Se desideri approfondire e personalizzare la tua alimentazione in base al tuo stile di vita attuale e ai tuoi eventuali disagi contattami al 349-3005498.

Sono possibili anche consulenze via Skype scrivendo prima su whatsapp al 349-3005498 o una mail per definire l’appuntamento a dottssapaolalombardini@gmail.com